Nel positivo clima di ripresa che si respira a Vinitaly, c’è la voglia di incontrare di nuovo tutti i protagonisti delle iniziative che fanno parte della manifestazione. Siamo sempre più vicini alla 26° edizione di Vinitaly Design Int’l Packaging Competition, il prestigioso concorso internazionale che mette al centro della narrazione di prodotto il visual della bottiglia, che contenga vino, olio, birra o distillati, che si terrà il 24 marzo.
Con l’occasione, abbiamo parlato con un protagonista storico della gara, un pioniere dello storytelling stili-stico del packaging: Mario di Paolo. Mario è fondatore e direttore creativo di Spazio di Paolo con sede a Spoltore, in provincia di Pescara, una realtà che, con il suo approccio rivoluzionario, va ben oltre al concet-to di tradizionale agenzia di comunicazione: un luogo di ricerca dell’essenza del prodotto attraverso la contaminazione artistica abbinata ad un’analisi dettagliata del mercato, mai separata dalla conoscenza tecnica del prodotto stesso. Un lavoro attento e appassionato, dove l’obiettivo della narrazione non prevede soltanto una visionaria resa estetica, ma la sublimazione dell’essenza del vino che diventa unico e riconoscibile, in un mercato altamente competitivo come quello italiano. Dall’effetto tridimensionale e multistrato di etichette che dialogano con il consumatore, all’utilizzo dei pigmenti materici per la creazione di etichette che parlano linguaggi distintivi, stiamo parlando del pioniere della creatività del vino.
La prerogativa del suo processo creativo è la stessa dell’arte contemporanea: la libertà di espressione, la totale mancanza di vincoli nella comunicazione, dove l’unico concetto bandito è non si può fare.
Il percorso artistico e l’incontro con Vinitaly
Figlio d’arte, Mario cresce in un’atmosfera di contaminazione e di creatività assolute, in un tempo in cui non esistevano supporti digitali, dove gli occhi e la manualità erano gli unici strumenti per la realizzazione del lavoro. Da bambino respira il clima della sala di posa, pensa con le mani, imparando la sofisticazione dei progetti visivi attraverso la tattilità, con l’idea di poter impostare un lavoro di architettura mentale.
Si avvicina al vino osservando la vigna a soli 16 anni, cercando di comprendere le tecniche agronomiche dialogando con cantinieri e vignaioli, scattando migliaia di immagini per fissare ciò che vede. Il primo, determinante ricordo riguardante il suo ingresso nel mondo del vino è collegato a Gianni Masciarelli, cantina abruzzese. Da quel momento, inizia un intenso lavoro solitario di creazione di still life in sala posa per la ricerca della luce perfetta, tra banco ottico, telo nero e Polaroid. “Volevo il massimo da ciò che stavo facendo per creare la perfezione nella luce”. Sempre a 16 anni, l’incontro con Vinitaly dove, insieme al padre, viene incaricato di allestire gli stand di alcune cantine espositrici alla manifestazione.
Il processo creativo per la nascita di un’etichetta sorge da una scintilla, da un’intuizione inspiegabile che nasce da quel segreto confessato da un cliente in fase di analisi. Uno dei suoi progetti più interessanti nasce proprio a Vinitaly da un incontro con Alberto Chiarlo e Jana Kokrhanek, durante una degustazione di Barolo di Michele Chiarlo. Tra un calice e l’altro, Chiarlo racconta che nella sua vigna era recentemente stata rinvenuta quella che sembrava l’evidenza archeologica di un osso di animale preistorico, rivelatosi poi l’osso di una balena. Da tutto questo è nato Barolo Balena, un vino che si trova al centro di uno storytelling fatto di valori importanti legati ad un territorio storicamente vocato, ad un terreno che riserva ricchezze, alla natura in continua trasformazione, il racconto in etichetta che consente di comprendere a prima vi-sta l’essenza di un prodotto. Gli stimoli visivi di questa particolare etichetta provengono dai pigmenti materici, un’arte antica a ricordo della pietra polverizzata per la realizzazione dell’affresco, un’operazione di vera semiotica.
Il senso di Vinitaly Design Int’l Packaging Competition
Vinitaly Design Int’l Packaging Competition non è l’ambizione di vincere un premio prestigioso, ma è soprattutto confronto e occasione di sperimentazione delle migliori originalità. Il consiglio migliore che Ma-rio possa dare ai creatori di etichette che iniziano questo affascinante percorso è l’utilizzo del foglio bianco. “Prendete un foglio bianco e iniziate a progettare senza emulazione, legando il vostro linguaggio artistico al dna dell’azienda per cui state lavorando al progetto. In questo modo, il concorso diventa una bellissima esperienza dove si riuniscono le migliori progettualità, senza che sia dominante lo spirito di competizione”.
Un concorso che fa bene a chi fa design e a chi produce vino.
Un contributo enorme per le nuove strategie di comunicazione al servizio della vendita del vino, per creare bellezza e sostenibilità economica che proviene dall’aumento dei volumi di vendita di un prodotto.
Un processo empatico ed emozionante dove la tecnica è al servizio di qualcosa di mai visto, della creazione di mondi astratti che prendono forma con la materia.
Le iscrizioni per partecipare a
Vinitaly Design International Packaging Competition chiudono martedì 1 marzo. Per maggiori informazioni, visita il sito
Vinitaly.com o
Iscriviti al concorso
Dai valore alla tua immagine, la narrazione comincia dal packaging!