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Il lato nascosto dei vini bianchi italiani: longevità e carattere

Il lato nascosto dei vini bianchi italiani: longevità e carattere
wine2wine
9 maggio 2025

 

 

Il dibattito sull’evoluzione e la maturazione dei vini italiani si è tradizionalmente concentrato sui rossi, protagonisti della reputazione internazionale del Paese. Ma la crescente attenzione verso i bianchi apre nuove prospettive. Cristina Mercuri DipWSET e Gill Gordon Smith IWE, durante il wine2wine Business Forum, hanno acceso i riflettori sulla capacità, spesso sottovalutata, dei vini bianchi italiani di affrontare il tempo con grazia.

 

 

Una questione culturale

 

Perché non invecchiamo i vini bianchi italiani? La risposta è in parte culturale; la tradizione enologica italiana ha storicamente privilegiato i vini rossi, mentre i bianchi sono stati spesso percepiti come vini da consumo immediato. A ciò si aggiungono dinamiche di mercato e pratiche produttive: esigenze commerciali, rapidità di rotazione in cantina, e mancanza di strutture per conservare annate storiche.

 

 

Struttura, acidità e territorio

 

Tuttavia, come sottolinea Mercuri, diversi elementi concorrono alla longevità di un bianco: densità del frutto, acidità marcata, struttura stratificata e, talvolta, l’affinamento sui lieviti o l’uso del legno. La provenienza gioca un ruolo fondamentale: varietà di diversa provenienza come il Verdicchio, il Fiano, il Greco o la Garganega offrono esempi concreti di vini capaci di evolvere nobilmente.

 

 

Un potenziale da comunicare meglio

 

Gordon-Smith sottolinea come il mercato globale premi sempre più i bianchi di carattere. Il problema è quindi non tanto nella qualità, spesso straordinaria, bensì nella narrazione: i consumatori non conoscono il potenziale evolutivo dei bianchi italiani, né hanno occasioni di degustarli.

 

 

Verso una nuova strategia di valorizzazione

 

La proposta è chiara: creare “banche del tempo” attraverso i consorzi, veri e propri archivi di annate storiche da utilizzare in degustazioni e attività educative. Così facendo, si potrebbe costruire una nuova immagine dei bianchi italiani, valorizzandoli come vini capaci di sorprendere, invecchiare e rappresentare con fierezza il proprio territorio.

 

 

Gill Gordon Smith IWE

 

Gill Gordon Smith IWE è enologa, wine educator e giudice internazionale con un profilo accademico di eccellenza e una specializzazione in vitigni alternativi. È Italian Wine Expert VIA, French e Italian Wine Scholar, e ha contribuito alla creazione del programma “Qantas Sommelier in the Sky”, che ha formato oltre 7.000 professionisti. È docente presso TAFE SA, tra le dieci migliori scuole WSET al mondo, ed è stata pluripremiata per il suo contributo all’educazione e comunicazione del vino.

 

 

Cristina Mercuri DipWSET

 

Cristina Mercuri DipWSET è Wine Educator, fondatrice di Wine Club e candidata al titolo di Master of Wine, attualmente al terzo stage del programma. Dopo una carriera in ambito legale, si è specializzata nella formazione avanzata nel settore Wine & Spirits, collaborando con studenti WSET, sommelier e aziende del settore. Ha oltre dieci anni di esperienza e un approccio didattico multidisciplinare.

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